Il futuro dell’edilizia? Birra, nanocellulosa e idrogel.
Ormai edilizia e ricerca fanno passi da gigante verso l’ecosostenibilità. E l’Europa è al centro di grandi scoperte; sistemi naturali e materiali ecologici saranno il futuro nella costruzione e nella ristrutturazione.
La nanocellulosa diventa isolante.
La Swedish Strategic Foundation in collaborazione con il Politecnico di Torino ha studiato un processo attraverso il quale la nanocellulosa diventa una schiuma altamente ignifuga e isolante.
Questa schiuma rivoluzionaria è interamente composta da materiali rinnovabili, ovvero una combinazione di nanocellulosa, ossido di grafene e nanoparticelle di sepiolite. Secondo le scoperte fatte dalla fondazione svedese e dall’università di Torino, la schiuma di nanocellulosa è assolutamente priva di tossicità in quanto non contiene nessun additivo utilizzato per la protezione dal fuoco. Inoltre la schiuma pare abbia una robustezza 8 volte maggiore rispetto a quella dell’acciaio, se sottoposta a trazione. La nanocellulosa è anche altamente versatile. Infatti, può essere utilizzata non solo come isolante ma anche nella produzione di carta e cartone, o nei rivestimenti dell’imballaggio alimentare per proteggere dall’ossigeno, dal vapore acqueo, dal grasso e dall’olio.
Muri auto-raffrescanti? Ora si può.
Una ricerca dell’università di Barcellona ha portato alla scoperta e realizzazione di un prototipo chiamato muro auto-raffrescante. Esso funge come un elemento passivo, ovvero risponde agli agenti climatici esterni trasudando calore. La direttrice dell’istituto, Areti Marlopoulou, afferma che “l’ambiente è un essere vivente, fa parte della natura, non è al di fuori di questa. Anche gli edifici iniziano a funzionare come organismi, ispirandosi a sistemi biologici e ad interagire con l’ambiente e gli utenti che ne fruiscono”. Alla base di queste riflessioni della direttrice, che ispirano un grande rispetto per l’ambiente e per la natura, sta il suo esperimento: copiare la semplicità e l’efficacia dei processi naturali negli edifici. Così nasce la parete auto-raffrescante, chiamata idroceramica in quanto composta da idrogel, ceramica e tessuto. Come funziona questa parete traspirante? In teoria è molto semplice: All’aumentare della temperatura esterna l’acqua contenuta all’interno della parete evapora favorendo la riduzione della temperatura dell’aria. Sebbene sia ancora un progetto sperimentale, il muro traspirante pare riduca i costi per climatizzare l’ambiente del 7%. Mica male!
La birra, da bevanda a materiale isolante.
Si sa, la birra è amata da tutti, ma chi l’avrebbe mai detto che può anche essere utilizzata per creare laterizi isolanti! Grazie ad una ricerca dell’istituto portoghese Polytechnic Insitute di Tomar si è scoperto che la combinazione di argilla e scarti di cereali, quali malto d’orzo e semola di granoturco, ottenuti durante la produzione di birra, danno forma a dei mattoni isolanti ed ecologici. I normali laterizi, infatti, contengo anche polistirene, la cui produzione rilascia grandi quantità di CO2. I nuovi mattoni di birra invece sono molto più porosi rispetto a quelli tradizionali, garantendo una migliore ritenzione termica e una riduzione della dispersione del calore del 28%.
Insomma più birra per tutti ed evviva l’ecologismo!